Modello 231 e sfruttamento dei lavoratori nella logistica e nella GDO: una panoramica delle evoluzioni in Italia

La repressione dei reati di caporalato e sfruttamento dei lavoratori, di cui ci siamo già occupati nei mesi scorsi, si conferma una priorità per l’Autorità Giudiziaria.

Giova qui riassumere che l’art. 603-bis del Codice Penale, denominato “Intermediazione illecita e sfruttamento del lavoro” e oramai comunemente conosciuto come norma sanzionatrice del c.d. “caporalato”, prevede la punibilità di chiunque

  1. recluta manodopera allo scopo di destinarla al lavoro presso terzi in condizioni di sfruttamento, approfittando dello stato di bisogno dei lavoratori;
  2. utilizza, assume o impiega manodopera, anche mediante l’attività di intermediazione di cui al numero 1), sottoponendo i lavoratori a condizioni di sfruttamento ed approfittando del loro stato di bisogno

e che, poiché il reato di cui all’art. 603-bis del Codice Penale è tra quelli che possono portare alla applicazione delle misure di prevenzione previste dal Codice Antimafia, ecco che in caso di applicazione della misure dell’Amministrazione Giudiziaria e del Controllo Giudiziario si crea un ulteriore link con il Modello 231.

Vediamo cosa è successo negli ultimi mesi.

Sfruttamento lavorativo nella logistica e nella grande distribuzione organizzata: alcuni casi famosi

Le più recenti evoluzioni possono essere così sintetizzate:

  • la progressiva estensione delle contestazioni alla filiera della logistica, comprese alcune estensioni nel settore della GDO come soggetto destinatario delle prestazioni;
  • la contestuale contestazione di altri reati connessi alla distorta gestione dei rapporti di fornitura, ed in particolare dei reati tributari relativi all’utilizzo di fatture di fornitori per prestazioni oggettivamente o soggettivamente inesistenti.

Caso emblematico in tal senso è quello relativo alla contestazione, con annesso sequestro di 20 milioni di €, alla DHL Supply Chain. Alla Società, infatti, si contesta il ricorso a contratti di appalto con un consorzio di cooperative, invece che contratti di somministrazione di mano d’opera, gestendo di fatto i lavoratori.

Dopo i casi dei commissariamenti di Ceva Logistics e Uber Italy, la contestazione nei confronti di DHL si pone come nuovo provvedimento che punta ad identificare eventuali distorsioni dei sistemi dell’esternalizzazione del lavoro.

Modello 231: come applicarlo nella logistica e nella GDO

Come può, dunque, intervenire il Modello 231 per dimostrare il corretto agire dell’azienda e evitare fenomeni di sfruttamento, specie dove la filiera delle forniture sia particolarmente allungata?

È necessario prevedere mix di presidi (1) finalizzati alla prevenzione di illeciti già previsti dal D.lgs. 231/2001 e (2) specificamente dedicati alla prevenzione dello sfruttamento di manodopera.

1. Presidi generali quali:

  • le procedure per la selezione ed il monitoraggio dei fornitori, specie con riferimento alla prevenzione delle infiltrazioni di criminalità organizzata;
  • le procedure per l’assunzione del personale;
  • le procedure per la prevenzione dei reati in materia di sicurezza sul lavoro;
  • le procedure per la prevenzione dei reati tributari, con riferimento al controllo sull’effettiva organizzazione di clienti e fornitori.

2. Presidi specifici quali:

  • la verifica sul riscontro tra inquadramento del personale e attività svolte;
  • la verifica sulle effettive modalità di prestazione dell’attività lavorative;
  • la verifica dell’effettiva autonomia e separazione dei soggetti ai quali siano esternalizzate le attività ad alta intensità di manodopera, richiedendo contestualmente garanzie sul rispetto delle norme in materia e sull’inesistenza di fenomeni patologi, quali, ad esempio, la continua rotazione di soggetti in qualità di subappaltatori.

Modello 231 in logistica e GDO: le “good news”

A rafforzare l’importanza del Modello 231 come strumento di prevenzione e bonifica, si deve dare atto di come l’Autorità Giudiziaria abbia attribuito rilevanza fondamentale all’adozione/aggiornamento del Modello 231: la Società Uber Italy ha richiesto e ottenuto, con parere favorevole della Procura, la revocata anticipata della misura del commissariamento, sulla base di un cambio di direzione e di prassi testimoniato dal Modello 231 adottato.

Pertanto, il Modello 231 è sempre più uno strumento fondamentale per la protezione della Società e della sua continuità nel tempo. Tu cosa hai deciso di fare?